L’eolico per la casa per produrre energia elettrica

L’European Wind Energy Association (Ewea) ha calcolato che nel 2008 a livello europeo, l’industria eolica impiegava complessivamente circa
150.000 lavoratori. Numeri analoghi sono stati stimati anche dal Gse (2009), e di questi addetti il 37% è attivo nella produzione e nel funzionamento delle turbine, il 22% nella produzione di componenti, il 16% nello sviluppo, e l’I 1% nella gestione e manutenzione. Sempre per il 2008, i Paesi che occupavano il maggior numero di addetti nel settore erano la Germania (84.000, di cui 38.000 diretti), la Danimarca (23.500 diretti), la Spagna (25.000 diretti), la Francia (7000 diretti) e il Regno Unito (4000 diretti).

Non c’è soltanto quindi il fotovoltaico, i prezzi dei moduli sono calati moltissimo, ma anche il mini eolico per le turbine da installare su tetto per la produzione di energia elettrica in casa e per rendersi autonomi energeticamente.

Secondo le proiezioni dell’Ewea, il comparto eolico è destinato a crescere, e per il 2020 si stima, in Europa, una disponibilità di nuovi posti di lavoro superiore a 330.000 unità. In Italia, nel 2008, secondo i dati diffusi dal Gse e dalla Wind Energy Association (2009), nel comparto eolico si contavano 4438 addetti diretti, a cui si aggiungevano 120 occupati indiretti. Le installazioni anche su case e terreni cresceranno del 27%.

minieolico

Secondo il Cnel (2009), l’Enea (2009) e la Commissione europea, questo dato sottostima il livello occupazionale del comparto, il cui valore effettivo, fra addetti diretti e indiretti, ammonterebbe nel 2009 a 10.000 unità. Invero è aperta una disputa sui numeri, anche se è chiaro che in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, il fenomeno si presenta ancora marginale.

Le turbine che siamo abituati a vedere hanno assi orizzontali; come i mulini a vento, le loro pale ruotano tra il parallelo e il perpendicolare al suolo. Come notato sopra, queste turbine sono diventate enormi, perché più grandi significa meglio quando si tratta di efficienza. Nonostante l’energia persa nel trasporto e nella conversione, le grandi turbine valgono comunque la pena.

Ma esiste un limite alla capacità delle grandi turbine ad asse orizzontale e, una volta raggiunto tale limite, avremo bisogno di una soluzione diversa. .

Le turbine ad asse verticale … sperimentano una forza gravitazionale costante, sempre nella stessa direzione Senza lo sforzo di sostenere lame metalliche di 80 metri per un’estremità, i VAWT possono potenzialmente diventare molto più grandi.

Poiché la loro rotazione non occupa tanto spazio quanto le turbine ad asse orizzontale, aggiunge, le turbine verticali possono essere posizionate più vicine tra loro in un parco eolico, il che significa che è possibile generare più elettricità in una determinata area.

Come capire quanto vento c’è nella mia zona

Nel nostro Paese, l’occupazione nel comparto eolico è condizionata dalla dislocazione degli impianti di produzione. Presenta valori elevati nelle regioni meridionali e nelle isole, mentre nelle regioni settentrionali i valori sono decisamente inferiori. Il motivo è da ricondursi all’assenza di capacità installata in molte aree del nord e, ove questa sia presente, alla limitata dimensione degli impianti.

Controllate sull’ atlante eolico quante sono le giornate di vento nell’ arco degli anni e quanto forte tirano.

Nel 2008, tra le regioni settentrionali si segnalavano il Trentino-Alto Adige e la Liguria. La Puglia detiene il primato della produzione superando quota 27% e, insieme alla Sicilia, totalizza quasi il 50% della produzione eolica nazionale. Seguono la Campania e la Sardegna, con quote rispettivamente del 20,4% e del 12,7%. Rispetto al totale dell’industria europea dell’energia eolica, il contributo italiano resta
comunque trascurabile e nell’ordine dell’1,6%.

MICROELICO per la casa

Il fai da te ha creato forme e impieghi sempre più alternativi, in grado di generare energia pulita e sostenibile. Interessandosi a fonti di energia sempre meno invasive rispetto alle pale eoliche, come abbiamo visto esistono degli impianti MICROEOLICI OVVERO ancora piú piccoli, in grado di alimentare poche utenze della casa.

Quali differenze ci sono, dunque, tra il minieolico e il microelico?

Oltre alla dimensione, essi si differenziano sostanzialmente nella quantità di energia che riescono a produrre dal vento: il minieolico riesce a raggiungere a 20 kW, mentre il microeolico, essendo un aerogeneratore di piccolissima taglia, si limita ai 500 watt, quindi ad esempio possono alimentare ad esempio un condizionatore d’aria.

Inoltre, li differenzia anche il modo in cui vengono applicati: il minieolico viene impiegato per soddisfare il fabbisogno energetico domestico di un’intera famiglia; il microeolico, invece, è adatto per gli impianti energetici portatili di piccole dimensioni (come ad esempio, un router wireless, un server, oppure cucine e ospedali da campo). Oppure il microeolico può essere usato in barca o in camper, li’ dove non arriva corrente elettrica.